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Monday, March 25, 2019

Commento Stramilano


C’è un uomo in giacca e cravatta. Sta guidando la sua Ferrari gialla in centro a Milano. E anche se è domenica sta andando ad una riunione con importanti clienti. Dopo poco viene fermato da un blocco stradale. Non si può passare, ci sono le forze dell’ordine che hanno bloccato la strada. Lui un attimo aspetta. Poi guarda le lancette dell’orologio, poi il blocco stradale e di nuovo le lancette. A quel punto l’uomo in giacca e cravatta sulla Ferrari gialla urla: “Fatemi passare ho i clienti giapponesi”. Certo, ma quella mattina c’è qualcosa di trascendentale ed epico. Ed’ è la grandeur di Milano: passano i 7000 della Stramilano. Forse tra i 7000 ci sono anche i giapponesi e il milanese in giacca e cravatta deve contarli uno ad uno per vedere se i suoi clienti sono tra i podisti.

Questo è il clima che si vive a Milano: strade chiuse, chi non corre delira, chi corre o è tra i 50 mila della 10km o tra i 7 mila della 21,1km. E’ la grandeur lombarda e tra le più importanti di Italia ed Europa. Era il 2016 la prima volta che la corsi e all’epoca non mi ero ancora trasferito a Milano. Ora mi sono allenato a fare la mezza di casa.

A differenza di chi è a favore della corsa “naturale” io sono un sostenitore della corsa “semplice”: devi avere meno cose possibili addosso (solo abbigliamento sportivo), se arrivi coi mezzi alla gare e in giornata meglio, se fai la trasferta è meglio farla in gruppo, mai fare percorsi nuovi da soli, essere in grado di fare almeno 15 km senza bere, e se bevi è meglio che ci siano fontanelle sul percorso perché più snella la corsa meglio è. Per me è una manna non dover far strada per andare quindi alla gara: esco di casa e il raccordo che c’è fino a piazza castello è il riscaldamento.

 

Inizio con le procedure stamdard: consegna borsa al deposito, riscaldamento, streching, qualche allungo e poi la parte più importante: le pubbliche relazioni pre gara. Ad una gara così partecipata è impossibile non trovare qualcuno che si conosce. Così qualcuno che sa che ho l’abitudine di arrivare presto mi fa “Ma alle nove ti stai già scaldando? Sei qui dall’anno scorso?”. Non proprio sono li solo dalle sette di mattina. E sono arrivato a piazza castello a passo di Moonwalk. E allo stesso modo entro in griglia di partenza un attimo prima dello sparo. 3… 2… 1… boom si parte

 

Purtroppo vedo una ragazza travolta dalla massa che cade a terra e altri che non riescono ad evitarla. Qualcuno le allunga la mano (ma solo per darle una mano). Poi a parte quell’incidente tutto il resto della gara è tranquillo, almeno secondo la mia esperienza. Durante la gara corro con Mara Minato fino a metà, poi sono costretto a proseguire da solo. Ma fortunatamente ho trovato altri con cui correre fino alla fine al mio stesso passo. Chiudo in 1:33:22 e 777 assoluto su 7600 iscritti circa.

 

Dopo con l’ex socio Valerio Carpi andiamo in bar a farci una birretta, questi tipo di ristori li chiamo “per la sacrosanta dieta dello sportivo”

 

Valutazione della gara (da 0 a 5 stelle)

Location e logistica: 5 stelle

Milano è sempre Milano, percorso in centro , piano, curve morbide ad eccezione di una indicativamente al 2 km a gomito

Servizi e personale 4 stelle

Personale compreso tra sicurezza, forze dell’ordine, medici e non dimentichiamoci i volontari e giudici FIDAL. Nei servizi c’erano ristori con spugnaggi, gare separate per partenze e orari, deposito borse  presente e ristori presenti a distanza costante. Non do 5 stelle per l’assenza di docce e spogliatoi.

Organizzazione in generale e servizi in più dall’ordinario: 5 stelle

Organizzazioni vari tra società, comune, medici etc perfettamente cordinati tra loro. Flusso di persone gestito dando il pacco gara giorni prima della gara, partenza gestita a griglie, expo organizzata durante la consegna dei pettorali, un ottima risposta da parte del mercato (52 mila alla 10km e 7600 persone alla 21).

 

Organizzazione percorso: 4,5  stelle

Le due gare 10km e 21 km gestite in due partenze e orari separati e fatte in pieno centro e gestite con griglie. Unica pecca la mezza sul mio gps misurava 21,38. Anche se non penso centri la società ci sono state alcune persone travolte dalla massa alla partenza, che comunque non si sono fatte male da dover chiamare l’ambulanza. Il motivo per cui non do 5 stelle se pur molto veloce come percorse è proprio per una questione di precisione: non era esattamente 21,0975 km. Infatti il mio tempo sarebbe stato un minuto in meno . In generale ho notato tifo su tutto il percorso soprattutto indipendentemente dal punto della gare

 

Media aritmetica: 4,5

 

Con questo saluti a tutti e buone corse

Saturday, March 2, 2019

SETTIMANA TIPO


SETTIMANA TIPO

Al bar ho preso un caffè decaffeinato alla fragola con latte senza lattosio e ho aggiunto dello zucchero senza saccarosio dentro un bicchiere di plastica e lo pagato 10  euro. In realtà costava 9 euro ma non avevano il resto. Per cui me ne aggiunto un po’. Mi aveva lasciato la ragazza da una settimana ed non piacendomi l’acool mi riduco a fare queste cose da Starbuks. La mia ragazza si chiamava Deborah e il suo sogno era avere un figlio da chiamare Deboro. Per questo la nostra relazione non poteva durare. Mentre ero ancora al bar  guardandomi attorno notai che erano tutti dei panzoni ingordi. Il brutto dei ciccioni al mare è che ci saranno sempre due idioti di Greenpeace che tenteranno di ributtarti a mare. Tornato a casa a passo di Moonwalk andai a dormire che ormai era tardi. Il giorno dopo mi svegliai con questo pensiero fisso: “Ma come fanno i serpenti a riprodursi senza fare nodi?” Poi dovetti uscire di casa per andare al lavoro con l’auto a 150 km/h perché chi va piano va sano e arriva tardi. Una volta che parcheggiai al lavoro mi scolai una birra e mi fumai una canna. Perché guidando il muletto al lavoro poi non avrei potuto farlo per otto ore consecutive, direi che è pratico. Durante la pausa pranzo Cinzia, quella delle risorse umane è scesa in magazzino per unirsi a noi. E’ una che non porta quasi mai i pantaloni, solo minigonne. Non mi sono mai piaciute le donne con le minigonne: per me dovrebbero andare in giro senza. Poi rincominciammo a lavorare. Alle 14 arrivò Franco, quello che aveva il turno al pomeriggio. Era uno po’ paranoico, settimana scorsa faceva dei discorsi del tipo: “Mio figlio mi ha rotto l’iphone per cui lo vendo, per cui lo volesse è di otto anni e pesa 40 kg”. A parte Cinzia e Franco gli altri lavorano solo per mantenersi e si fanno i cazzi loro. Come al solito alle 15:30 timbrai il cartellino e via. Ora che non vivo più con quella stordita di Debora convivo con un militare senza moglie e figli che passa tutte le sere in settimana sulla playstation. Almeno lui non vuole un figlio da chiamare Deboro e non porta la mini gonna. Ho deciso che può stare a casa mia se entro un anno mi spiega come fanno i serpenti a riprodursi senza fare nodi. Ci sta lavorando su i finesettimana. Che grand’uomo Luca. Oltre alla playstation fai dei solitari a Cluedo. Dice che è sempre stata quella puttana di Miss Scarlett.

 

E’ arrivato martedì. Mentre andavo al lavoro in macchina ho notato durante il semaforo rosso una signora sulla quarantina in bici. Arrivata allo stop si tolse la camicia rimanendo in canottiera. Fu allora che notai che aveva due cipolle. Le tette a cipolla sono quelle che fanno piangere. Fu così che ebbi un epifania. Se le donne avessero quattro tette il mondo sarebbe un posto migliore. Arrivato al lavoro raccontai a tutti quello che mi successe e tutti quanti concordarono. Il brutto dei magazzinieri è che non ci sono donne. Sono tutte segretarie. Sono le tipiche ragazze che si truccano prima di andare in palestra o prima di andare a correre che non hanno capito un cazzo. Poi sempre alle 14 arrivò Franco che ci disse che aveva iniziato a vedere la serie Gomorra. Vi do un dato: quando apparve per la prima volta la serie Gomorra il sito Pornhub perse il 16% del traffico. Mentre Franco parlava dei cazzi suoi si appassionò così tanto che si mise a gesticolare. Allora gli dissi: “Se con i gesti gesticolo, con la testa….”. Grazie a dio arrivarono le 15:30 e arrivò l’ora di  timbrare. Puntualmente me ne andai. Alla sera c’era Luca sulla Playstation che giocava a Fifa Nigeria-Brasile. Lui era la Nigeria puntava allo 0-0 ma perdeva sempre con almeno 3 gol di svantaggio. In effetti tutta la sua vita era una cagata. Non aveva ancora capito come si riproducono i serpenti senza fare i nodi. Poi pensai alla mia vita e pensai che non era diversa. Si poteva raccontare con una barzelletta: “Un uomo si alza alle 7, fa colazione, porta i figli a scuola, va al lavoro, pranza, finisce il turno, torna a prendere i figli a scuola, a casa fa sesso con la moglie,  cena, alla sera va con gli amici, volendo andare al bar, entra in un caffè splash”.

 

Mercoledì è sempre il giorno di merda perché è a metà settimana lavorativa. Meta è andata ma l’altra meta manca. Piuttosto che fare il magazziniere preferirei fare il venditore di folletti. E questo perché il folletto scopa. Comunque mentre vado al lavoro in una nebbiosa giornata invernale noto che non ci sono zanzare. Questo perché l’evoluzione non esiste. In estate appaiono le zanzare, ti rompono i coglioni, e poi quando è ora di sopportare il freddo dell’inverno muoiono tutte. Non condividono le sofferenze dell’inverno e il freddo che va da novembre a meta marzo te lo becchi da solo. Poi quando finalmente pensi di aver smesso di soffrire perché arriva l’estate la vita delle zanzare sorge spontaneamente e ritornano apposta. Per cui molti pensano che fai prima a rimanertene a casa, fregandotene di quale clima accade fuori. Ma “Casa dolce casa” lo dicevano anche Hansel e Gretel. Alle 8 spaccate arrivai al lavoro e incominciai a lavorare. Durante la pausa pranzo proposi una raccolta fondi tra i colleghi di beneficenza. Il ricavato sarebbe andato all’acquisto della mia Ferrari. Nel giro di una settimana raccolsi 2 euro. Poi alle 14 arrivò quel fenomeno di Franco a fare il turno del pomeriggio. Al pomeriggio il ritmo è molto calmo e Franco è il tipico fancazzista che coglioneggia durante l’attività di lavoro. Buon per lui, almeno si merita la paga.

 

Giovedì per andare al lavoro decisi di cambiare percorso. Allora presi questa nuova strada. In realtà non era proprio una strada. Diciamo che era più un sentiero. In realtà non era nemmeno un sentiero. Diciamo che era più un viottolo. Allora ero su sta strada che non era un strada, sembrava più un sentiero ma che nemmeno sentiero era ma più un viottolo. Dopo un po di strada fatta, che nemmeno strada era, era più un senso di marcia mi toccò accendere il navigatore. Alla fine col navigatore ritornai sulla strada e arrivai al lavoro con mezz’ora di ritardo. Cambiai l’ora di mezz’ora alla macchinetta del timbro e passai la tessera. Questa storia del  navigatore la raccontai solo a Franco che tanto non dice mai niente a nessuno. Per pausa pranzo mi ero preparato la schiscetta. Pizza aglio, olio, cipolla e peperoncino. Solo Franco mangiò con me. Ma perché con me sa che si può parlare. Così dopo la storia del navigatore gli raccontai della storia del mio vicino. Oggi era l’anniversario della morte di Lucio, il mio vicino. Ricordo ancora le sue ultime parole: “Aaaah un palo”. Lui in cambio mi racconto la vera storia di Valentino Rossi. Da piccolo Valentino era un ciccione. Poi decise di fare un po’ di moto. Quando era ora di rimettersi a lavorare poi facevamo i seri. Prima di tornare mene a casa notai  che il mio portapenne era fatto di porcellana. Così ci misi sopra una scritta che faceva: “Adoro le porcellane”. Direi che dopo 8 ore di lavoro era il caso di tornare a casa. Tanto era giovedì e come ogni giovedì sera faccio after.

 

Venerdì siccome non avevo dormito ero riuscito ad arrivare al lavoro dieci minuti in anticipo. Li passai tutti e dieci a cazzeggiare. In realtà non vedevo l’ora che arrivasse sera. Sarei andato in discoteca e come ogni venerdì sera scatta “l’operazione patata”. Ho provato un sacco di volte ad invitare anche Franco ma non ha mai accettato. Non credo che però sia gay. Diciamo che su di lui anche se tutti dicono sia stupido io penso che sia il caso di difenderlo. Infatti su Franco sono positivo: penso abbia il cervello mezzo pieno E’ stato lui  infatti che in bacheca scrisse: “Bambina di 13 anni incinta di Gesù. Lui nega ma il test sul DNA lo inchioda”. Comunque penso che Franco non sia mai venuto perché ha un fisico da Dio. Il dio è Buddha. Poi arrivò la pausa pranzo. Franco mi raccontò che sarebbe andato alla sera ad una festa noiosa. E poi mi disse: “Se sta sera alla festa parte il trenino io mi butto al binario”. In realtà non mi fregava niente di cosa avrebbe fatto, le cose che mi interessano sono altre. A me nella vita basta una carezza, un bacio e potere illimitato. Io spero che un giorno possa essere così veramente. Io prego il mio patrono San Culazzo perché ciò avvenga. La preghiera recita San Culazzo fammi spazio. Oggi a pranzo la recitai per essere pomposo poi alla sera in discoteca. Così anche l’ultimo giorno della settimana finisce.

 

Questa è la mia settimana tipo