L’avanzare delle stagioni portava la famiglia Wayne a
trascurare il proprio figlio man mano che il loro maggiordomo pensava anche a
lui e loro pensavano agli affari della “Wayne enterprise”
Bruce aveva soltanto 8 anni ed era troppo piccolo, ancora,
per essere trascurato. Le cure che gli dava il maggiordomo erano insufficienti
per la sua crescita, che chiaramente non pensava alla sua educazione: solo a
fare sì che la cena fosse pronta e a portalo a scuola.
Bastarono quindi poche settimane affinché Bruce si isolasse
sempre più e tutti i pomeriggi, una volta finito i compiti, li passava in
giardino per conto suo e dedicava un ora al giorno almeno per quel periodo
della sua vita.
Una volta, finì nel scovare una fossa a cui non aveva mai
dedicato troppa attenzione e con una satanica voglia di entrarci incominciò a lanciarci
dentro le pietre per vedere dove fosse la fine. La fossa era la tana di un
branco di pipistrelli che furono svegliati dal comportamento aggressivo di
Bruce.
Per paura uscirono allo scoperto travolgendo il piccolo
Bruce cadde dentro la fossa. Si ruppe una gamba. Preso dal complesso emotivo di
rabbia e paure pianse forte e fu un attimo che il maggiordomo che i Wayne si
accorsero del pericolo in cui il piccolo era il piccolo della famiglia.
I giorni dopo Bruce era incontenibile per la recente
esperienza, continuava a piangersi addosso, non pensava che la sua gamba
sarebbe mai guarita e che dopo giorni di solitudine quella era la fine.
Isolato, nemmeno da solo riusciva a cavarsela. Così si sentiva. Solo dopo l’accaduto
coi pipistrelli l’atmosfera in casa cambiò. Fu in quella condizioe che nei
genitori scattò la scintilla rivelatrice e si accostarono al bambino per parlagli.
“Mi fa tanto male il ginocchio, ancora!”
“Lo sai, Bruce, perché cadiamo? Cadiamo per poterci
rialzare!”